Vladimir-19

Con la diffusione del Covid-19 abbiamo assistito a un turbinio di bufale e disinformazione su questo tema. Le fonti sono svariate e non soltanto una, ma gli sforzi di disinformazione provenienti dalla Russia e da testate chiaramente pro-Cremlino sono significativamente aumentati.

Tra questi, giocherebbe un ruolo importante il solito Russia Today: canale all news presente in occidente e finanziato direttamente dal governo russo che ha avuto un picco notevole nella sua diffusione. L’edizione spagnola della testata è diventata la 12esima fonte informativa più seguita in Spagna (che al momento è una delle nazioni che più preoccupano per la dilagante diffusione del virus).

Come già avvenuto nel caso della Brexit, Donald Trump e di alcuni movimenti populisti italiani, l’accusa rivolta a Vladimir Putin è di puntare a disgregare le democrazie occidentali per aumentare la sua sfera d’influenza e indebolire gli avversari.

Nel tentativo di fermare questa “infodemia” (com’è stata soprannominata anche dall’OMS), la Commissione Europea sta tenendo stretti contatti con Google, Facebook, Twitter e Microsoft, con i quali ha avviato una interlocuzione sulla diffusione della disinformazione e sugli strumenti da mettere in campo per fermarla.

Ciò a cui abbiamo già assistito negli scorsi anni si sta quindi ripetendo. E per quanto i ricercatori non siano mai giunti a un accordo su quale possa essere l’impatto concreto di queste operazioni di disinformazione, è chiaro che nelle fasi critiche attraversate dall’Europa, e dall’occidente in generale, diventa cruciale prestare ancora maggiore attenzione al materiale che circola online.

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