Anime 10 x 80’s

Oggi li definiamo più correttamente “anime”, ma allora li chiamavamo semplicemente “cartoni giapponesi”. Negli anni ’80 ci fu una vera e propria invasione che stravolse l’idea di intrattenimento per bambini, fino ad allora costituita dai supereroi americani, dai Looney Toons, Braccio di Ferro e dagli indimenticabili personaggi di Hanna & Barbera. Le produzioni giapponesi portarono giganteschi robot da combattimento e romantiche storie d’amore, spesso entrambe le cose. Furono accusati di essere pericolosi perché diseducativi e realizzati al computer (mentre allora erano disegnati interamente a mano libera). Nacquero addirittura associazioni di genitori che chiesero di sospendere le trasmissioni dei cartoni robotici. E infatti la Rai interruppe l’acquisto di numerose produzioni che finirono nelle tv private.


Goldrake [Ufo Robot Grendizer]. Arrivò in Italia nel 1978 e fu il primo di una lunga serie di “robot samurai” come furono chiamati. Stravolse il concetto di cartone animato. In realtà questo anime del grande maestro Go Nagai era ricco di contenuti ambientalisti e messaggi di amicizia e pace. Il nome originale era Grendizer, ma da noi arrivò tramite l’adattamento Goldorak che da noi divenne Goldrake.

Heidi [Arupusu no shōjo Haiji]. Fu il primo cartone giapponese serializzato trasmesso in Italia. Fu anche la prima opera del grande Hayao Miyazaky arrivata in Occidente, quando il grande maestro era ancora sconosciuto. La storia di questa piccola orfana ha appassionato grandi e bambini. La semplicità del tratto e gli sfondi alpini meravigliosi la collocano indubbiamente tra i miti anni ’80.

Candy Candy [Candy Candy]. 108 interminabili puntate ambientate a inizio ‘900, in cui la più famosa orfana della storia dei cartoni animati, tra mille peripezie e cattiverie subite, non si perde mai d’animo, cresce e diventa donna. Una storia intensa che ha appassionato anche i maschietti e con colpo di scena finale.

Jeeg Robot [Kotetsu Jeeg]. Giunse in Italia subito dopo Goldrake e fu trasmesso dai circuiti televisivi privati. La caratteristica di Jeeg stava nel fatto che non era pilotato bensì era il risultato di una spettacolare trasformazione in cui il protagonista Hiroshi Shiba diventava la testa del robot che si agganciava alle altre parti del corpo dopo la celebre frase “Miwa, lanciami i componenti!”, urlata dal grande Romano Malaspina che fu doppiatore anche di Actarus in Goldrake e Ryo in Space Robot [Getter Robot].

Mazinga Z [Mazinger Z]. E’ giunto in Italia dopo Goldrake e Jeeg ma fu il primo dei robottoni di Go Nagai, seguito a ruota dal suo upgrade Grande Mazinga. Questo fatto ha causato una grossa confusione di nomi nell’adattamento italiano. Il suo pilota, Koji Kabuto, è stato chiamato Rio in Mazinga Z e Alcor in Goldrake pur trattandosi dello stesso personaggio. Con il film Mazinger Z Infinity uscito al cinema lo scorso autunno, il maestro Go Nagai ha voluto rilanciare il suo robot più caro attraverso una storia ambientata dieci anni dopo.

Capitan Harlock [Uchū kaizoku Captain Harlock]. Il tenebroso pirata Harlock è stato il primo personaggio di Lejii Matsumoto arrivato in Italia. Con il suo vascello spaziale Arcadia pur essendo un fuorilegge combatte una stirpe di donne feroci quanto bellissime. Tutti ricordano il pugnale che fuoriusciva dalla prua dell’astronave che era animata dall’intelligenza di un misterioso computer che poi si rivelò essere la memoria del suo amico Tochiro Oyama.

Lady Oscar [Varsailles no Bara]. Con questo anime la storia romanzata entra in modo prepotente nel mondo dei cartoni animati. Oscar François de Jarjayes è una ragazza addestrata come un uomo, che diventa comandante delle guardie reali del palazzo di Varsailles durante il regno di Luigi XVI e Maria Antonietta d’Austria. Gli eventi della storia giungono fino all’inizio della rivoluzione francese, quando il racconto assume i toni drammatici che preannunciano il tragico finale.

Daitarn III [Muteki kōjin Daitān 3]. Questo cartone è stato uno dei primi a portare la tematica dei cyborg in lotta contro l’umanità. Daitarn III alterna eventi drammatici ad animazioni decisamente comiche rendendolo decisamente gradevole. A differenza dei tradizionali piloti di robot, il protagonista Haran Banjo è un po’ farfallone e lavora con due bellissime assistenti Reika e Beauty.

Lupin III [Lupin Sansei]. Il popolare personaggio di Monkey Punch ha attraversato numerose generazioni. Oltre a diverse serie TV (l’ultima delle quali ambientata completamente in Italia) è stato protagonista di una quarantina di film e special animati a lui dedicati. Impossibile non affezionarsi ai cinque protagonisti: Lupin, di origine franco-giapponese e nipote del noto Arsenio Lupin, il pistolero Jigen, il samurai Goemon, la bellissima e perfida Fujiko Mine e infine l’iracondo ispettore Zenigata.

Lamù, la ragazza dello spazio [Urusei Yatsura]. Fu il primo cartone ammiccante per adolescenti nel quale si raccontano le vicende di un ragazzo, Ataru Moroboshi perseguitato da Lamù, una bellissima e provocante ragazza spaziale che si innamora di lui e si insedia a casa sua. Le vicende hanno come sfondo la vita scolastica stravolta dall’arrivo oltre che di Lamù anche di altri bizzarri personaggi, tra i quali tante altre prosperose fanciulle con situazioni portate al limite dell’assurdo per garantire la massima comicità.


Questa è solo una selezione non esaustiva, seppur rappresentativa, dei tanti cartoni animati che hanno caratterizzato l’infanzia di una generazione che non aveva internet né cellulari, ma che ha sognato tantissimo anche attraverso questa invasione di novità e fantasia.


 

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