Il chilometro più sostenibile è quello che non fai

Con la fine dell’emergenze pandemica, molte aziende (probabilmente troppe) sono completamente “uscite” dallo smartworking oppure ne hanno comunque ridimensionato il ricorso. Tuttavia è ampiamente riconosciuto che la produttività non cala con il telelavoro, mentre i benefici sono davvero numerosi: per l’ambiente, per la vita personale e per i costi di gestione delle sedi.

In occasione del Mobility Forum 2023 svoltosi a Roma la scorsa settimana, durante il mio primo intervento ho raccontato come nel 2022 attraverso il lavoro agile (che ha coinvolto circa 350 persone) i dipendenti di NUMBER1 Logistics Group abbiano evitato 18.000 spostamenti, che hanno consentito di:

  • ridurre l’immissione nell’aria di 60 Tons di CO2 e degli altri inquinanti;
  • ottenere 27.000 ore di tempo libero personale;
  • risparmiare 55.000 Euro di spese di carburante.

Sotto tutti i punti di vista, “il chilometro più sostenibile è quello che non fai“.

E’ dunque fondamentale uscire dai paradigmi che ancora ci tengono legati al secolo scorso. La mobilità non è l’automobile di proprietà, ma tutto ciò che ci consente di spostarci in modo sostenibile. Ed anche il rapporto di lavoro deve necessariamente evolversi verso la relazione di fiducia da parte dell’azienda e di consapevolezza da parte del personale.

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