Rush!

Dite pure che ho avuto paura. La mia vita vale più di una vittoria del Campionato del Mondo

Niki Lauda, 1976 – Circuito del monte Fuji

La vita di Niki Lauda è meravigliosamente rappresentata nel film “Rush” del 2013 che racconta come il pilota austriaco approdò alla Ferrari e poi le straordinarie vicende del mondiale di Formula 1 del 1976, anno del terribile incidente sul vecchio circuito del Nürburgring Nordschleife.

Rush è la storia di due uomini, così diversi tra loro da sembrare il giorno e la notte; ma soprattutto, Rush è la storia di due modi differenti di vedere la vita, e di viverla. La cicala e la formica. E proprio per questo è una storia in cui ognuno di noi può rivedere sé stesso.

Daniel Brühl interpreta magistralmente Niki Lauda calandosi nella testa (e nel corpo) del campione austriaco. Ottime anche le interpretazioni del co-protagonista Chris Hemsworth (nei panni del rivale James Hunt) e di
Pierfrancesco Favino (Clay Regazzoni).

Il successo del film è proprio quello di riuscire a conciliare in modo perfetto una storia di Formula 1 (che farà provare un forte moto di nostalgia in chi ha amato la Formula 1 di quegli anni così selvaggia, pericolosa, ma forse più umana) con la storia di vita ed introspezione dei due protagonisti. E per arrivare a ciò il regista ha deciso di lasciare da parte la cronaca sportiva, per entrare più a fondo, nella psicologia e nella vita dei due protagonisti che, prima ancora di essere dei piloti, sono degli uomini con i loro pregi ed i loro difetti.

Il modo migliore di ricordare il pilota austriaco è forse quello di fare un salto nel tempo di oltre 40 anni per rivedere il film “Rush“…


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