L’eredità di Hawking


Il grande fisico britannico Stephen Hawking ci ha purtroppo lasciati lo scorso 14 marzo. Adesso molti si chiedono quale sia l’eredità di un genio la cui mente ha incredibilmente superato i confini di un corpo disabile arrivando a livelli che la maggior parte di noi può solo lontanamente immaginare.

Hawking ha elaborato numerose ipotesi e teorie sullo spazio, sul tempo e in particolare sulla fisica dei buchi neri, costruendo nuovi modelli per arrivare a conciliare le due grandi teorie della fisica del Novecento: la Relatività e la Quantistica.
Nonostante fosse scettico sulla possibilità di arrivare ad una Teoria del Tutto, Stephen Hawking è forse lo scienziato che più di tutti si è avvicinato a questa chimera della Fisica, rivelando nuovi comportamenti dei buchi neri e nuove teorie sull’origine dell’Universo.
Eppure nulla del suo lavoro gli ha consentito di arrivare al Nobel, in quanto solitamente questo riconoscimento è assegnato a fronte di una teoria sperimentalmente confermata.
Ma forse la sua più grande eredità consiste proprio nella tenacia, nella passione e nella qualità del lavoro svolto che lo ha portato a stravolgere assunti che sembravano imprescindibili, come l’atteggiamento della comunità scientifica nei confronti dei buchi neri.

«I buchi neri non sono le prigioni eterne che un tempo pensavamo fossero. Si può uscire da un buco nero, anche verso un altro universo. Quindi se vi sentite intrappolati in un buco nero non mollate, c’è sempre una via di uscita»


Ed è proprio questa sua capacità di stravolgere il dato acquisito che caratterizza il suo insegnamento e poggia le basi per la generazione di scienziati che verranno in questo inizio di Millennio.


Riferimenti:


Stephen Hawking

La Teoria del Tutto

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