Fatto il Governo, ora bisogna fare l’Opposizione!


Dopo le elezioni del 4 marzo scorso, sono occorsi tre mesi molto travagliati per arrivare a dotare l’Italia di un Governo politico. Adesso tuttavia è innegabile che non solo oggi l’Italia dispone di un Governo nel pieno dei suoi poteri, ma che si tratta anche di un Esecutivo corazzato da una maggioranza solida e (almeno per ora) anche compatta.

Il premier Giuseppe Conte si sta rivelando una figura interessante perché pur privo di esperienza nella frequentazione dei palazzi romani, non si è rivelato affatto intimorito dalle responsabilità alle quali è chiamato o dalle contraddizioni di fondo che caratterizzano il contratto tra i due soci politici: Lega e Movimento a 5 Stelle.
Conte piace perché appare né arrogante, né timido. Anche la vicenda del curriculum pompato viene derubricata ad una mera enfatizzazione delle competenze, che non mette affatto in discussione la percezione che la gente ha di una figura in grado di affrontare le difficoltà imposte dal ruolo. Anzi, alla fine questa storia del curriculum è diventata un simpatico tormentone.

Gli interventi prodotti dalle opposizioni in occasione del dibattito sulla fiducia del Governo Conte, sono complessivamente apparsi scontati e sterili, nonostante non mancassero di contenuti. Il problema sta nel fatto che le attuali opposizioni a Lega e Movimento 5 Stelle risultano poco credibili e poco interessanti.

Il Partito Democratico, se non si libera alla svelta di una serie di figure che (anche a torto) sono associate all’establishment politico è destinato ad estinguersi. Se davvero vuole rilanciarsi come alternativa all’alleanza populista, il PD deve rinnovarsi davvero lasciando spazio a quelle competenze che non mancano nelle sue seconde e terze linee. I leader attuali dovrebbero fare un passo di lato e lasciare scorrere l’energia del rinnovamento. Il rottamatore Renzi si è rottamato da solo per via dell’arroganza con la quale ha voluto strafare con il Referendum Costituzionale, schiantandosi e non comportandosi in modo coerente con la sconfitta personale che quella consultazione aveva rappresentato.


Pur formatasi in modo bizzarro e rocambolesco l’alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle è destinata a durare parecchio tempo e godere a lungo della benevolenza popolare. L’unica prospettiva di opposizione a questo Governo è quella di costruire una nuova forza progressista costituita da persone competenti che provengono da quelle faticose esperienze politiche maturate nelle Amministrazioni Locali, a stretto contatto con i cittadini e con i problemi dei territori. Occorrono persone che non si fanno largo con i proclami, gli slogan e le fake news sui social, ma che raccolgono o hanno raccolto consensi misurandosi con le realtà locali, dove le parole e gli annunci non bastano perché i fatti, le capacità e le competenze emergono con maggior evidenza.
Al Governo del populismo e del sovranismo (poi vedremo quanto e come sarà davvero caratterizzato da questi aspetti) occorre quindi contrapporre una alternativa progressista consapevole costituita da persone riconosciute come competenti nei loro ambiti, non solo politici. L’alternativa a coloro che hanno conquistato il potere attraverso gli slogan, i titoloni e il richiamo agli istinti di sopravvivenza alla crisi non può essere rappresentata da chi suo malgrado questa crisi non l’ha risolta. Gli slogan possono esser pompati ed esagerati, ma i problemi su cui poggiano sono veri, reali e soprattutto non sono stati superati. Una opposizione che difende la situazione attuale, quella che ha determinato la vittoria di Lega e 5 Stelle, non può essere credibile.
Occorre quindi un rinnovamento nella proposta, un rinnovamento che superi la tradizionale contrapposizione tra destra e sinistra (con tutto il retaggio che si trascinano dietro) non perché queste categorie siano state superate, ma perché oggi sono chiaramente rifiutate dai cittadini e ritenute inadeguate a focalizzare i loro problemi.
Una opposizione credibile oggi può solo presentarsi contrapponendo l’istruzione all’ignoranza, il ragionamento all’istinto, il discorso compiuto allo slogan, la sostanza agli annunci. E’ un lavoro duro che all’inizio sarà poco fruttuoso, ma alla lunga porterà risultati che si vedranno quando emergeranno le inevitabili contraddizioni insite tra i due soci politici che hanno dato vita a questo Governo. E se tali contraddizioni non dovessero emergere o emergessero solo in minima parte allora dovremo fare i complimenti a Giuseppe Conte che sul suo curriculum potrà allora davvero aggiungere “Primo Premier della Terza Repubblica“.

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