Il Diritto di Camminare

Nelle città italiane, ciclisti e pedoni devono avere mille occhi e riflessi degni di un campione di judo. I marciapiedi delle zone centrali sono spesso stretti e conseguentemente affollati, e nelle ore di punta – per evitare scontri non piacevoli – a volte siamo obbligati a fare continui slalom tra persone. Sugli stessi marciapiedi, è probabile che ci sia qualche auto, motorino o furgone a ostacolare il passaggio di chi sceglie di spostarsi usando gambe e piedi. E allora, in quel caso, non resta che abbandonare il nostro spazio predisposto e fare qualche passo ai margini della carreggiata.

Poi c’è il capitolo degli attraversamenti pedonali: le strisce – quantomeno in Italia – non sono garanzia di protezione e rispetto della precedenza. E ancora: soste infinite ai semafori anche quando le carreggiate sono deserte, barriere architettoniche che rendono difficile, se non impossibile, il passaggio di persone con disabilità o con difficoltà motorie. I casi più eclatanti, per non dire surreali, sono quelli delle automobili parcheggiate che, per rientrare in strada, percorrono decine di metri sul marciapiede.

Insomma, muoversi a piedi nelle città italiane non è facile e può rivelarsi pericoloso. È un problema di cui si parla poco, perché i dibattiti sulla mobilità urbana si schiacciano spesso su argomenti marginali e che non vanno alla radice della questione: i nostri centri urbani non sono stati progettati per le persone. E il “diritto alla camminabilità” è costantemente minacciato.

Il concetto di camminabilità è strettamente legato alla qualità della vita all’interno del contesto urbano. Una città a misura di pedone non è solo quella “dei 15 minuti”, dove tutti i servizi e le attività essenziali sono facilmente e rapidamente raggiungibili camminando o pedalando. La camminabilità di una città indica anche la qualità dei percorsi a piedi e il livello di sicurezza che abbiamo – e percepiamo – mentre ci spostiamo senza l’ausilio di qualsiasi mezzo.

Secondo i dati del 2019 del rapporto Ecosistema urbano di Legambiente, ogni italiano ha in media 0,47 metri quadrati di aree pedonali a disposizione: troppo poco. Venezia, Verbania, Cremona, Firenze, Cosenza, Pescara e Lucca sono le uniche ad avere più di un metro quadrato di area pedonale pro-capite. Stando a uno studio dell’Istituto per la politica dei trasporti e dello sviluppo (Itdp) di New York, le città più camminabili al mondo sono Parigi, Londra, Bogotà e Hong Kong

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