Il Paradosso del Questionario

Chiunque si sia cimentato con l’elaborazione di un Piano Spostamenti Casa Lavoro, si è imbattuto nel corto circuito tra l’indagine preliminare e la misura dell’efficacia delle azioni successivamente progettate. In pratica, attraverso il questionario somministrato alla popolazione di riferimento (un’azienda, una scuola, un ente pubblico) viene fotografata la situazione di partenza. Ma questa “immagine” dovrebbe in qualche modo contenere anche l’efficacia delle azioni effettuate dopo aver scattato la “fotografia“.

Le linee guida ministeriali sulla redazione dei PSCL descrivono infatti un percorso lineare che prevede:

  • analisi del contesto aziendale e territoriale;
  • indagine sugli spostamenti della popolazione interessata;
  • progettazione delle misure;
  • calcolo dell’efficacia delle misure in termini di riduzione di agenti inquinanti.

Per calcolare l’efficacia delle soluzioni implementate, cioè stimare la riduzione di emissione degli inquinanti durante gli spostamenti casa-lavoro, bisognerebbe indicarle in anticipo sul questionario, in modo da sapere quante persone saranno in grado di sfruttare gli interventi attuati. Ma come è possibile raccogliere questa informazione dal momento le soluzioni saranno progettate proprio in base a quanto rilevato dal questionario?

Dunque, il questionario del PSCL dovrebbe contemporaneamente sia precedere che seguire la fase di progettazione delle misure. Siamo di fronte a quello che sembra essere un paradosso.

In realtà questo paradosso si dissolve se per la costruzione del PSCL si supera l’approccio squisitamente “lineare” introducendo un procedimento “circolare“, che in fondo è quello previsto dalla normativa quando parla di “aggiornamento del piano entro il 31/12 di ogni anno“, anziché di piano annuale.

Questa precisazione, che sembra essere una mera puntualizzazione formale, in realtà si rivela essere fondamentale per superare il “Paradosso del Questionario“.

Infatti il PSCL non deve essere interpretato come un documento che ogni anno viene redatto partendo da zero e seguendo la procedura lineare che prevede analisi, indagine, progettazione e monitoraggio. Il Piano Spostamenti Casa Lavoro è invece un documento che cresce e si evolve in modo circolare, alternando passaggi di analisi e verifica del contesto con altri di progettazione e aggiornamento delle misure.

In pratica, il questionario somministrato alla popolazione interessata deve prevedere anche e soprattutto domande sul gradimento delle misure già implementate, sui motivi dell’eventuale mancato utilizzo delle soluzioni messe in campo e sulle condizioni che consentirebbero alle persone di modificare le proprie abitudini. Ad esempio, la certezza della disponibilità di un mezzo per un eventuale ritorno a casa d’emergenza può favorire l’utilizzo del car pooling, oppure la modifica degli orari di lavoro può favorire il ricorso al trasporto pubblico.

Con questo approccio, il corto circuito si riduce alla realizzazione del primo PSCL, il colpo di pedale iniziale insomma. Solamente in quell’occasione non possiamo nello stesso questionario fotografare la situazione e al contempo misurare il gradimento delle soluzioni implementate.

Per risolvere il problema, il mio suggerimento è quello di suddividere l’indagine iniziale in due momenti. Nel primo passaggio si raccoglieranno informazioni e dati circa le abitudini “attuali” degli spostamenti della popolazione coinvolta, con i quali si formuleranno alcune proposte per ridurne l’impatto ambientale. Con il secondo questionario si misurerà la reale propensione al cambiamento ovvero si chiederà se a ben determinate condizioni la popolazione interessata sarebbe disposta a modificare le proprie abitudini consolidate. A quel punto ci si concentrerà esclusivamente sulla predisposizione delle misure che hanno riscosso maggior consenso e, sopratutto, nella verifica di praticabilità delle condizioni collegate. Per tornare all’esempio precedente, probabilmente è inutile organizzare un car pooling aziendale senza garantire la possibilità di un rientro d’emergenza oppure prevedere l’utilizzo del trasporto pubblico senza aver concordato le modifiche degli orari di lavoro.


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