Città sane e reslienti

Nel 2020 in tanti hanno compreso il valore delle due ruote come alternativa per la mobilità e come occasione per aver cura del proprio benessere. Una crescita non solo in termini di vendite, ma anche da un punto di vista culturale e sociale.

Mobilità, ambiente, gestione della strada e della sicurezza, mobilità attiva e benessere, intermodalità e multimodalità sono tutti aspetti destinati a svilupparsi nei prossimi anni nella “Città sana” e nella “Città resiliente”.

Gli urbanisti sono tutti concordi: lo spazio pubblico può favorire la mobilità attiva attraverso infrastrutture adeguate, come piste ciclabili, Ztl e tutte quelle iniziative che tolgono spazio alle auto per restituirlo ai pedoni, soprattutto ai bambini, i più colpiti da città inquinate.

Una tendenza sposata da tutte le principali capitali europee, assimilata anche in Italia a seguito delle nuove istanze di distanziamento e sicurezza che hanno costretto a reinventare la mobilità urbana dopo la pandemia Covid-19, trainate da incentivi e una pianificazione strategica a livello europeo e nazionale.

Tra i temi c’è il ruolo primario che la mobilità dolce riveste sulla salute, che l’Organizzazione mondiale della sanità definisce come «uno stato di benessere ed equilibrio psico-fisico». In primis disincentivando l’uso dei mezzi a motore, tra i maggiori responsabili dell’emergenza inquinamento atmosferico, che solo in Italia causa 80.000 morti/anno.

Ma anche incentivando uno stile di vita attivo, che riduca la sedentarietà e spinga ad un cambiamento almeno una parte dei 23 milioni di italiani di età maggiore di 18 anni considerati cronicamente sedentari.

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