Il carico mentale delle donne

Conosci la scena: sei tornata dal lavoro, hai fatto la spesa, stai preparando la cena e nel frattempo pensi a quando pagare l’affitto, chiamare l’idraulico, prendere la pillola, finire quella mail di lavoro, controllare che i tuoi figli abbiano fatto i compiti, caricare la lavatrice. Tutto questo mentre il tuo compagno ti chiede se per caso sai dove sono finite le sue scarpe. E se lo rimproveri perché non ti ha dato una mano nel lavare i piatti, risponde: “Bastava chiedere“.

In questa affermazione è contenuto quello che Emma, fumettista francese autrice del libro “Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano” – edito in Italia da Laterza – chiama “il carico mentale“, e cioè l’assunto secondo cui la donna è la sola responsabile e addetta all’organizzazione della casa.

Quelle contenute in “Bastava chiedere” sono semplici scene di vita quotidiana con cui ci si confronta giornalmente, ma senza soffermarsi sul fatto che, per quanto sembri che entrambi i partner si dividano equamente le responsabilità della vita in famiglia, il carico mentale maggiore è quello che grava sulla donna, che a differenza dell’uomo ha meno tempo per dedicarsi alla propria professione: l’organizzazione della casa è di per sé un lavoro. Motivo per cui, al netto dei progressi compiuti nell’ultimo decennio, la relazione uomo donna è ancora squilibrata sia dentro che fuori le mura di casa. Emma mostra come le disuguaglianze di genere che emergono in un ambito siano collegate a quelle che esistono in un altro: dalla famiglia al lavoro, c’è un filo che collega il modo in cui uomini e donne hanno la possibilità di vivere e affrontare il mondo. Che passa appunto per il carico mentale.

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