Maledetti Monopattini!

Maledetti monopattini che sbucano all’improvviso, sfrecciano agli incroci, eseguono manovre assurde, parcheggiano dove è vietato e non rispettano le persone a piedi! Andrebbero aboliti, altro che mobilità sostenibile! Adesso sostituite la parola “monopattini” con la parola “automobili” e verificate se la frase mantiene un senso logico.

Dovrebbe essere evidente a tutti che la pericolosità di un mezzo in movimento (o la sua sosta) dipende anzitutto dal comportamento del suo conducente. Eppure non è così. Non ho mai assistito ad una crociata generalista contro le auto, ma solo proteste localizzate in luoghi dove (purtroppo) sono avvenuti incidenti mortali. Questo è chiaramente un bias cognitivo determinato dalla nostra incapacità di criticare in modo oggettivo un stato di fatto talmente assimilato negli anni che non siamo più in grado di mettere in discussione. Persino lo scrittore Aldo Cazzullo è caduto in questa trappola mentale.

Ma nel vivere la nostra mobilità quotidiana assistiamo anche un’altra assurdità: sui monopattini in sharing è installata una tecnologia che traccia gli spostamenti, impone una velocità controllata (e variabile in base all’area attraversata) e blocca il movimento se si entra in zone vietate. Per le auto non è così: tanto il rispetto dei limiti di velocità quanto l’accesso a zone interdette dipendono solo dal conducente. Se gli autoveicoli fossero dotati delle stesse limitazioni imposte ai monopattini, ci sarebbero certamente meno incidenti, meno feriti, meno morti e la circolazione di tutti sarebbe più serena. Però i veicoli “maledetti” sono sempre i monopattini e mai le automobili.

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