La corazzata Potemkin

La corazzata Potëmkin è un film muto e in bianco e nero, considerato imprescindibile per chi voglia studiare la storia del cinema. È famoso per il suo uso di un montaggio serrato e fatto per colpire con certi dettagli lo spettatore (si parla in gergo di “cine-pugni”) o, per citare i colleghi di Fantozzi, per “l’occhio della madre”, “la carrozzella con il bambino”, “gli stivali dei soldati” e il “montaggio analogico” (o montaggio delle attrazioni). Ne esistono diverse versioni ma in tutti i casi dura poco più di un’ora, non “18 bobine” (che vorrebbe dire circa tre ore), ed è diviso in cinque atti: parla dell’ammutinamento di alcuni marinai dopo che viene servito loro del cibo andato a male, della morte di alcuni di loro e dell’esposizione di uno dei morti in un porto di Odessa, nell’attuale Ucraina, sul mar Nero.

Come spiegò in varie occasioni, Villaggio scelse La corazzata Potëmkin come emblema delle cose culturali imposte come per forza interessanti e di valore, non perché fosse un film particolarmente noioso o pesante. In realtà il film dura molto meno di altri, ha una storia (succedono tante cose) e non è neanche tra i più noiosi, se il campionato di riferimento è film muti, in bianco e nero, russi, degli anni Venti. Il montaggio di Eisenstein è per esempio molto vivace, con cambi di inquadratura ogni pochi secondi. Quello che succede dopo che Fantozzi dice che il film è una “cagata pazzesca” è tra l’altro una citazione di La corazzata Potëmkin: un ammutinamento.

Oltre che da Fantozzi, La corazzata Potëmkin è stato citato decine di volte: da Woody Allen in Amore e guerra e Il dittatore dello stato libero di Bananas, da Partner di Bernardo Bertolucci, dal Padrino e, senza dubbio il caso più famoso, da Gli intoccabili di Brian de Palma.

Social sharing: