Le alghe salveranno il Mondo

Il senso comune ha sempre considerato le le alghe come “sporcizia vegetale”. Poi, a seguito della diffusione dei ristoranti asiatici, abbiamo scoperto che le alghe hanno parecchie proprietà benefiche e nutrizionali.

In realtà i nostri antenati le mangiavano, le coltivavano e le usavano come fertilizzante. Quando l’uomo giunse per la prima volta in Nord America dall’Asia, più di 13mila anni fa, la sua sopravvivenza potrebbe essere dipesa dall’abbondante pesce lungo le coste, la cui presenza era merito delle alghe.

Le alghe sono già da tempo impiegate ad altri scopi: un loro derivato, la carragenina, è presente nelle salse o nello yogurt ed anche in parecchi cosmetici, tra cui i dentifrici. Ancora più importante è la possibilità di utilizzare le lunghe catene molecolari delle alghe per creare la bioplastica.

Nonostante i molteplici utilizzi, le alghe sono per il momento un prodotto dalla commercializzazione ridotta. Ogni anno si coltivano alghe per un totale di 800mila tonnellate l’anno. Le ciliegie coltivate raggiungono invece quota 2,5 milioni di tonnellate. I pomodori arrivano a 160 milioni circa.

La coltivazione di alghe presenta un basso impatto ambientale. Occorrono solo aree seminate con alghe che fluttuano pochi metri sotto la superficie del mare, collegate a boe affinché possano essere facilmente spostate. Le alghe vengono lasciate crescere per alcuni mesi e quindi raccolte con una barca usando dei ganci. Per tutto il processo, non è necessario usare fertilizzanti.

La coltivazione di alghe aiuta a ripristinare gli ecosistemi marini, a sostenere l’aumento del livello di ossigeno presente in mare ed a combattere l’acidificazione degli oceani. L’aggiunta di alghe all’alimentazione degli animali d’allevamento potrebbe ridurre le emissioni di metano da parte dei bovini anche del 67%. Inoltre, attraverso la fotosintesi, le alghe coltivate a scopi commerciali potrebbero estrarre un’enorme quantità di CO2 dall’atmosfera.

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