Financial Footprint

I rischi finanziari legati al clima sono entrati nell’agenda dei banchieri centrali. I cambiamenti climatici legati alla temperatura e alle precipitazioni, come pure gli eventi naturali estremi, influenzano il sistema finanziario. Fenomeni meteorologici estremi più frequenti e intensi danneggiano il capitale fisso (edifici, macchinari e infrastrutture) e ostacolano i rimborsi dei crediti (rischio fisico).

La quantificazione di questi rischi finanziari legati al clima è ancora limitata. Pesa infatti la carenza di dati disponibili e la necessità di sviluppare valutazioni di lungo periodo. Nel caso dell’Italia, le analisi su questo aspetto sono scarse, anche se è noto che oltre un terzo delle città italiane si trova in aree ad alto rischio di frane e alluvioni. 

Un altro studio del 2019 ha stimato che il 2,1% del capitale italiano è a rischio, in particolare nei settori elettrico e industriale. Ma non è ancora chiaro in che modo questi rischi potrebbero influenzare la stabilità finanziaria, la tenuta delle singole banche e se potrebbero interferire con la politica monetaria.

Secondo la ricerca, in Italia il livello implicito del carbon pricing (i prezzi assegnati alle emissioni di carbonio che derivano da attività produttive) è già alto e il livello di tassazione del carbonio necessario per raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi previsti dal Green New Deal della Ue potrebbe avrebbe un impatto pesante sull’economia reale.

Tra il 2020 e il 2030 l’Italia dovrebbe raddoppiare i suoi sforzi per i clima tagliando le sue emissioni annuali di 16 miliardi di tonnellate di CO2 equivalenti (MtCO2e), rispetto al calo di 7 MtCO2e previsto in precedenza.

L’aumento dei prezzi dell’energia potrebbe a sua volta ridurre la competitività delle imprese e aumentare la quota di famiglie in situazione di “povertà energetica”. Tuttavia non mancano ragioni per essere ottimisti sulla capacità di adattamento climatico dell’economia italiana. L’Italia ha già ridotto molto le sue emissioni e ha raggiunto tutti gli obiettivi climatici ed energetici per il 2020.

Inoltre il carbon footprint nazionale è piuttosto basso rispetto ad altri Paesi della Ue. L’economia italiana tra tutti i Paesi Ocse ha una delle minori intensità energetiche, destinata a ridursi ulteriormente.

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