Destinazione estinzione

Uno studio, recentemente pubblicato sulla rivista Astrobiology, ipotizza  quattro diversi percorsi che una civiltà può intraprendere mentre si sviluppa. Solo uno di questi scenari conduce all’esistenza sostenibile. Negli altri tre casi le civiltà sfruttano troppo le risorse e collassano e di conseguenza si estinguono. E sorge il dubbio inquietante che gli Alieni stiano lontani da noi perché ci ritengono già spacciati

Le leggi della fisica richiedono che ogni giovane popolazione, costruendo una civiltà ad alto consumo energetico come la nostra, abbia poi un effetto di ritorno sul suo pianeta”.

Adam Frank, docente di fisica e astronomia all’Università di Rochester NY

Adam Frank e i suoi colleghi dell’Università di Richester hanno sviluppato alcuni modelli matematici per descrivere e comprendere gli effetti che la trasformazione di energia potrebbe avere su un pianeta ed influenzare la continua esistenza di una civiltà tecnologica. Frank spiega in un video postato su YouTube relativo al suo articolo, come i modelli del team tengano conto della fisica, della chimica e della dinamica della popolazione.

I ricercatori per creare questi modelli hanno anche utilizzato i dati degli studi sulle civiltà estinte sulla Terra, come l’Isola di Pasqua.

I loro risultati suggerivano quattro diverse traiettorie per lo sviluppo di una civiltà. In tutti gli scenari, trasformare energia e utilizzare le risorse innesca cambiamenti climatici che trasformano il mondo per qualsiasi civiltà planetaria intelligente (come gli umani sulla Terra). La domanda è fino a che punto una civiltà si rende conto che il mondo sta cambiando e se c’è tempo per evitare la catastrofe.

Estinzione

Nel primo scenario, il cosiddetto modello “estinzione”, la crescita della popolazione trasforma così tanto l’ambiente planetario che quasi tutta la popolazione – circa il 90% – non è più in grado di sopravvivere ai cambiamenti. Piccole sacche di persone (o altri esseri umani intelligenti presenti su un altro pianeta) potrebbero sopravvivere, ma probabilmente senza la moderna tecnologia ad alto consumo energetico che ha causato le alterazioni ambientali. Questo scenario è a volte esplorato nella finzione post-apocalittica in cui l’umanità è tornata a un’esistenza precedente alla trasformazione di energia.

Sostenibilità

Il secondo scenario è il modello di sostenibilità o “atterraggio morbido”. In questo caso, come detto da Frank nel video, la popolazione aumenta, il pianeta inizia a scaldarsi a causa di questo ma si è in grado di trovare un buon equilibrio in cui la popolazione raggiunge un livello stabile e il pianeta non cambia più.

Collasso (senza tentativo di recupero)

Il terzo scenario corrisponde a quello dell’Isola di Pasqua (anche se nuove ricerche hanno messo in dubbio questa spiegazione). In quel caso, la popolazione è cresciuta molto più rapidamente di quanto le risorse dell’isola potevano permettere. Quando quelle risorse andarono esaurite, la popolazione si estinse. Potremmo fare la stessa cosa su tutto il pianeta cambiando il clima così velocemente da renderlo inospitale per la vita umana.

Collasso (con tentativo di recupero)

Anche se quel terzo modello sembra spaventoso, il quarto scenario è quello che Frank ha descritto come il più spaventoso, dal momento che potrebbe essere quello in cui siamo noi ora. In quel caso, una civiltà si rende conto di aver innescato dei rapidi cambiamenti ambientali e cerca di utilizzare le risorse in modo tale da non trasformare il pianeta. Ma quel passaggio arriva troppo tardi e il collasso accade comunque.

Anche se fai la cosa giusta, se però hai aspettato troppo a lungo, potresti comunque far estinguere la tua popolazione”.

Adam Frank, docente di fisica e astronomia all’Università di Rochester NY

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