Chief Philosophy Officier

Devo la passione per la filosofia a mio padre. A otto anni gli dissi che da grande volevo fare il filosofo. Lui sorrise e mi precisò che non si vive con la filosofia. Invece con molta tenacia e altrettanta creatività ho fatto della mia passione il mio lavoro…

Raffaele Tovazzi, Chief Philosophy Officier

Che ruolo aveva Aristotele per Alessandro Magno? E perchè Giordano Bruno frequentava i potenti del Rinascimento? Molte delle tendenze d’oltreoceano sono la riproposizione in chiave moderna della nostra stessa storia.

Alcuni dei nomi più iconici della Silicon Valley, a iniziare da Google, da qualche tempo hanno iniziato a dotarsi di un Chief Philosophy Officer (CPO).

Le multinazionali sono imperi contemporanei, e chi sta al vertice di queste realtà fa quello che i regnanti hanno sempre fatto: circondarsi di persone capaci di comprendere il presente e formare il futuro, facendo della filosofia uno strumento per l’innovazione.

Secondo Platone, il compito del filosofo era far uscire gli schiavi dalla caverna delle illusioni. Oggi il compito del filosofo è quello di far uscire gli utenti dai social network. Come possiamo portare nuove idee sul mercato se la nostra attenzione è predeterminata da ciò che il pensiero prevalente sceglie di mostrarci? Non a caso, una delle attività che vengono più richieste in azienda al C.P.O. riguarda lo sviluppo del pensiero laterale, per leggere la realtà in maniera alternativa e crearne una nuova.

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