Golconda-19

Un curioso quanto sconcertante passaggio dall’arte surrealista di Renè Magritte al feroce e drastico realismo di questi giorni, si materializza in modo inquietante attraverso una foto scattata di fronte ad un supermercato di Prato, dove sono raffigurate decine e decine di persone ordinate in fila nell’attesa di accedere al negozio che richiamano soprendentemente Golconda, una delle tele più famose del pittore belga.

Golconda raffigura una serie di uomini sospesi a mezz’aria e vestiti in maniera assolutamente identica che scendono dall’alto come la pioggia, proiettando la sua immagine su ciò che lo circonda.

Osservando il dipinto si provano due emozioni contrastanti suscitate da una diversa interpretazione dell’opera. Da una parte può nascere un sentimento di profonda positività avendo l’idea di essere davanti a un opera che vuole rappresentare un miracolo, vale a dire l’uomo che impara a volare. Ma dall’altra è possibile ricavare una profonda angoscia da questo: Magritte disegna, come visto, solo uomini identici. Il suo scopo è quello di mostrare una meccanicità tipica della routine, di evidenziare la standardizzazione, di estirpare le diversità.

Esattamente come l’opera di Magritte, anche la foto di Prato suscita al contempo le due emozioni contrastanti, quella negativa generata dalla situazione di emergenza che tutti noi stiamo vivendo contrapposta a quella positiva dell’ordinato rispetto delle misure di distanziamento necessarie per contenere gli effetti dell’epidemia da Covid-19.

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