La Cultura non è scontata

Il Senato ha approvato all’unanimità la legge sulla lettura, un testo che ha lo scopo di favorire la diffusione della lettura in Italia e che, tra le sue norme, contiene anche un discusso limite agli sconti praticati sul prezzo di copertina dei libri. Il mondo dell’editoria si è diviso su questa legge, con i grandi gruppi editoriali e le catene di librerie sostanzialmente contrari e i piccoli editori e le associazioni di librai indipendenti a favore.

La nuova legge approvata questa settimana abbassa le soglie di sconto: d’ora in poi alle librerie (comprese quelle delle catene come Feltrinelli e Amazon) sarà vietato scontare i libri più del 5% (fino ad oggi era il 15%). Gli sconti indetti dalle case editrici, tuttora limitati a un mese all’anno dicembre escluso, non potranno superare il 20% del prezzo di copertina (contro il precedente 25%).

Non si tratta di un problema soltanto italiano e numerosi paesi europei negli anni hanno introdotto forti limitazioni alla possibilità di praticare sconti sul prezzo dei libri. Il caso più celebre di controllo sui prezzi dei libri è quello della Germania, dove dal 1888 il prezzo dei libri è fissato da un accordo tra editori e rivenditori e non può essere modificato, una misura pensata per evitare la competizione tra librerie e per favorire gli autori emergenti. Altri paesi, come il Regno Unito, hanno liberalizzato completamente il prezzo dei libri che ogni rivenditore può modificare a piacimento.

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