Il riscatto dei Buonisti

Il miglior augurio che faccio (e mi faccio) per il 2020 è il riscatto dei “Buonisti. Mi auguro infatti che nel prossimo anno la gente ritrovi la serenità del bello e il piacere di fare cose buone per sè stessi e per gli altri, oltre che ritrovare po’ di capacità critica e di coscienza collettiva.

La democrazia è in crisi perché negli ultimi trent’anni non si è fatta manutenzione. In troppi hanno smarrito il senso del decoro, la sensibilità per gli altri, il rispetto per le istituzioni, la capacità di riconoscere la propaganda rivolta alla pancia e l’ipocrisia di chi sventola i simboli religiosi per alimentare odio e intolleranza.

In troppi abboccano alla immagine dell’uomo forte al comando che si finge uno di loro, ma che uno di loro proprio non è perché oltre a vivere nei privilegi e non aver mai lavorato mai un minuto in vita sua, vende soluzioni che non esistono, si preoccupa solo del proprio consenso personale, si disinteressa della praticabilità di ciò che propone e degli effetti dell’odio sociale che alimenta, distrugge le istituzioni e devasta gli animi delle persone.

Mi auguro che questo riscatto ricominci proprio dall’Emilia-Romagna, la Regione che da quasi da trent’anni mi ospita e che rappresenta una eccellenza italiana nella produzione, nell’istruzione e nella sanità. Qui le cose, benché se ne dica, ancora funzionano!

Il 26 gennaio 2020 rappresenta un momento nel quale decideremo come vogliamo essere. Il 26 gennaio prossimo sceglieremo se essere chiusi nell’ipocrisia del nostro rancore fatto di rosari e croci sventolati come spade minacciose, oppure se essere aperti al futuro, al progresso, alle diversità, alle soluzioni concrete dei problemi complessi, e al piacere di essere buoni.

Ecco, per il 2020 auguro a tutti di essere più buonisti!

[Mirko Reggiani]

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