Il clima del PIL

L’economia italiana risentirà del cambiamento climatico in misura sette volte maggiore rispetto alle stime considerate fino ad oggi. È quanto emerge dal rapporto “Gli impatti economici dei cambiamenti climatici in Italia”, che costituisce la prima parte della Relazione sullo stato della Green Economy 2019, presentata a Rimini nelle scorse settimane in occasione dell’ottava edizione degli Stati Generali della Green Economy.

La parte più innovativa del rapporto riguarda le nuove stime dell’impatto dei cambiamenti climatici sull’economia e sulla disuguaglianza in Italia“, spiega Massimo Tavoni, docente al Politecnico di Milano. “Secondo le nostre nuove stime, gli impatti economici previsti per la seconda metà del secolo arrivano all’8,5% di perdita di PIL in Italia. Sono stime di molto superiori a quelle precedenti, che risultavano al massimo nell’1 o 2% di perdita di PIL”.

Il clima del futuro non solo rallenterà la crescita, ma aumenterà anche le disuguaglianze economiche già esistenti. Gli impatti saranno più accentuati nel Sud Italia accentuando ulteriormente la già esistente disparità Nord-Sud: si prevede un aumento della disuguaglianza del 16% nel 2050 e del 61% nel 2080.

Combinando i dati economici con i dati climatici, entrambi ad alta risoluzione spaziale, possiamo comprendere la relazione storica tra temperatura e crescita economica a livello di cella geografica, per poi usare le previsioni climatologiche per prevedere quali saranno gli impatti economici in quelle aree nel futuro”.

Tuttavia, se guardiamo alla mappa dell’Italia, vediamo che la temperatura è molto variabile tra il Nord e il Sud del paese e che già oggi in alcune regioni la temperatura media supera tale valore, comportando una riduzione della crescita economica come conseguenza degli impatti dei cambiamenti climatici”.

Ciò significa che il futuro riscaldamento continuerà ad impattare negativamente in modo particolare su queste regioni.

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