Aziende e Formazione

Nella nostra Società esiste un rilevante divario digitale di competenze informatiche che, se venisse colmato, potrebbe migliorare significativamente la produttività di un’azienda e la consapevolezza dei suoi collaboratori anche all’esterno dell’ambiente lavorativo.

Il re Il “digital gap” reale ed effettivo è ben più ampio di quanto comunemente percepito. La diffusione della tecnologia nella vita quotidiana, infatti, ha generato un utilizzo “consumistico” dei dispositivi mirato esclusivamente a svolgere determinate azioni mirate a bisogni che potremmo tranquillamente definire “primari.

Nell’utilizzo delle nuove tecnologie manca spesso la consapevolezza sulle conseguenze generate da queste azioni ripetute, sui rischi informatici ai quali ci si espone, e sulle opportunità che si aprirebbero attraverso una competenza digitale più profonda. Il fenomeno è anzitutto culturale e permea la società al punto che nessuno di noi ne è totalmente esente.

Il divario tra il vedere e il comprendere

Attenzione che il divario di cui stiamo parlando è il medesimo che c’è tra il conoscere una lingua e il saper parlare correttamente tale lingua; oppure tra il conoscere le cifre e i numeri, ma non essere in grado di svolgere calcoli più complessi delle quattro operazioni elementari.

Si tratta quindi di qualcosa che va ben oltre la semplice nozione di “dove stanno le cose“, si tratta di imparare a capire in autonomia “come stanno le cose“. Insomma, come diceva Milton Glaser, c’è da colmare divario tra il vedere e il comprendere.

Aziende e collaboratori

Anche le aziende meglio organizzate e strutturate sottovalutano questo aspetto e, nella maggior parte dei casi, richiedono la presenza di determinate competenze solamente per specifiche posizioni di livello elevato.

Solitamente negli annunci di lavoro si richiede “esperienza in posizione analoga“. Ma la competenza che realmente segna la differenza tra i candidati ad una posizione aziendale è quella di essere in grado di approcciarsi in modo proattivo ed efficace ad una nuova attività che utilizza una nuova tecnologia, anche senza disporre di una pregressa esperienza in posizione analoga.

Le skills che andrebbero anzitutto richieste (e coltivate) riguardano le capacità logico-deduttive, la curiosità e la proattività delle persone.

Dovrebbe quindi essere nell’interesse delle aziende pubbliche e private avviare programmi di formazione del personale che sviluppano e potenziano queste competenze.

Gli episodi raccontati in questo progetto, spesso in modo divertente, denunciano come l’assenza di queste skills alla lunga è causa di perdite di tempo, di disguidi, di inefficienze, di stress e di improduttività.

Superare il divario con la formazione

Intervenendo sullo sviluppo delle capacità logico-deduttive, sulla proattività e sulla curiosità del proprio personale, le aziende possono migliorare i margini di efficienza e di efficacia del lavoro svolto, senza peraltro stressare i collaboratori che vivrebbero in modo soddisfacente e gratificante il miglioramento delle proprie competenze.

Fare formazione, insomma, paga sempre.


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