La prima Brexit

Tra i 15.000 a 13.000 anni fa, lo strato di ghiaccio euroasiatico perse 750 chilometri cubi di ghiaccio all’anno. Determinando un “effetto Brexit” per il quale la Gran Bretagna rimase isolata dal resto delle terre continentali.

Per avere un’idea di quel che significa si provi ad immaginare che un solo chilometro cubo di ghiaccio contiene un miliardo di tonnellate di acqua.

Un gruppo di ricercatori della CAGE (Centre for Arctic Gas Hydrate) e dell’Environment and Climate alla UiT The Arctic University della Norvegia ha ricostruito quanto accaduto in Europa alla fine dell’ultima era glaciale. Il risultato ha messo in luce che poco prima che i ghiacci fondessero essi ricoprivano la maggior parte del nord Europa.

L’estensione era tale che una persona avrebbe potuto percorrere sci ai piedi circa 4.500 chilometri dalle isole più a nord del mondo, come la Terra di Francesco Giuseppe nella Siberia artica, fino alla Gran Bretagna.

Quando il ghiaccio si formò i mari si abbassarono in un sol colpo di ben 20 metri. Ma nel momento in cui iniziò a fondersi si ebbe una situazione ambientale che non riusciamo neppure ad immaginarci: in tutto il continente europeo si ebbero spaventose inondazioni, il livello del mare risalì di 20 metri e si formarono giganteschi fiumi che interessarono l’Europa intera.

Anche una civiltà tecnologicamente avanzata come la nostra sarebbe stata spazzata via.

Uno degli impatti più importanti che si verificarono sul continente fu l’esplosione della rete di giganteschi fiumi che oggi formano la Vistola, l’Elba, il Reno, il Tamigi e altri che scendevano dalla calotta glaciale stessa e che finivano direttamente nel Nord Atlantico.

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