La mente è piatta

Credere alla forma piatta della Terra è una decisione aprioristica, assunta senza alcuna base scientifica ma esclusivamente per soddisfare una malcelata (e mal realizzata) esigenza di distinguersi, di disomologarsi.

Le dimostrazioni sulla forma piatta della Terra sono in effetti costruzioni non senza basi scientifiche, una collezione di ipotesi e aneddoti messi in fila, e quasi mai a sistema con altre informazioni o teorie. La maggior parte delle affermazioni si basano su esperimenti empirici (e soltanto su quelli), secondo l’idea che tutto ciò che non possiamo vedere con i nostri occhi potrebbe essere una menzogna.

Uno degli elementi paradossali che alimenta l’entusiasmo dei cospirazionisti e in qualche modo è causa della fortuna delle loro teorie, non è tanto il consenso che generano, quanto il dissenso. Una teoria cospirativa qualunque riceve maggior sostegno se questa teoria è supportata solo da una ristretta minoranza.

La teoria della Terra piatta, i cui seguaci fanno capo globalmente alla Flat Earth Society, si basa molto sinteticamente sull’idea che la forma sferica del nostro pianeta sia una bufala orchestrata e tenuta in piedi da una serie di “poteri forti” in maniera attenta e capillare. Secondo i terrapiattisti la forma della Terra è inequivocabilmente circolare e piana, una sorta di pizza sospesa in un universo anch’esso diverso da come lo conosciamo, e fondamentalmente ignoto. Il Polo Nord è al centro di questa pizza, mentre l’Antartide ne costituisce la circonferenza esterna, il limite invalicabile fatto di ghiaccio, il cornicione dopo il quale la pizza finisce e non sappiamo ancora cosa c’è. 

Le dimostrazioni di questa teoria procedono al contrario. Si parte dall’assunzione che la Terra è piatta e a ritroso si cerca qualunque evidenza o congettura che, per quanto bizzarra, convalidi la tesi. Chiaramente con un approccio di questo tipo si creano delle teorie infalsificabili: più una persona crede ai complotti, più penserà che ogni obiezione scientifica fa parte del complotto stesso. Si tratta di un circolo vizioso quasi impossibile da spezzare, in cui ogni prova contro la teoria del complotto viene reinterpretata come una prova a suo favore.

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