Il cambio di paradigma

Il Novecento è stato il secolo che ha messo a tema il “consumo” e il neo-liberismo ha prodotto una società nella quale anche il Welfare è diventato anch’esso un consumo di prestazioni. Ma questo modello non regge più e sta producendo le tensioni sociali che da diversi anni tutti osserviamo.

Mauro Magatti, docente di Sociologia della Globalizzazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Sono trascorsi 11 anni dalla crisi del 2008 e il sistema economico-finanziario non ha ancora individuato la strada per una nuova fase di crescita. E’ evidente che per uscire da questo stallo sarà necessario un cambio di paradigma. Ma quale sarà il nuovo modello economico-sociale?

Al WoPa di Parma ha provato a spiegarlo il prof. Mauro Magatti, in occasione dell’incontro dal titolo “PerFare Welfare: ha ancora un futuro il Welfare in Europa?”.

All’evento, organizzato da “Italia in Comune” in collaborazione con l’associazione “Effetto Parma”, ha partecipato anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti candidato alle elezioni del Parlamento Europeo per la lista “+ Europa”.

Dopo i saluti di Michele Alinovi, coordinatore della sezione locale di “Italia in Comune” e Marco Vagnozzi, presidente di Effetto Parma, è spettato all’assessore al Welfare del Comune di Parma, Laura Rossi, il compito di introdurre i temi della serata.

La via d’uscita, secondo il sociologo, è quella di tornare a produrre valore insieme. Ogni soggetto attivo deve “contribuire” alla crescita della Comunità attraverso la propria stessa realizzazione. «Questa crisi – spiega il professor Magatti rappresenta un occasione per essere felicemente contributori e non solo felicemente consumatori».

La parola chiave quindi è “sostenibilità”, che va intesa in senso lato. Si tratta infatti di costruire una società sostenibile che si aiuta in modo naturale perché farlo è convenienza di tutti i partecipanti.

Secondo Federico Pizzarotti occorre costruire un modello di “sharing economy” nelle quali le risorse sono condivise per garantirne l’accessibilità a tutti ed è proprio attraverso il governo dei territori che è possibile iniziare a realizzare questo modello.

«L’Europa – ha concluso Magatti deve dire chi è nel Mondo. La sua unicità deriva da un impasto di valori: l’idea cristiana del valore della vita, l’uguaglianza di derivazione socialista, il fervore intellettuale illuminista e l’idea di nazione integrata». Per avere un ruolo nel Mondo, l’Europa deve dunque produrre il cambio di paradigma riscoprendo sé stessa. Occorre più Europa, insomma.

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