Matrix è intorno a noi

Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.

Morpheus

Sono stati scritti libri a riguardo. Per cominciare da qualcosa di facile, tutta la storia è nella sua essenza il mito della caverna di Platone, secondo cui quella che tutti percepiscono come la realtà è soltanto un’immagine parziale e distorta del mondo reale.

Il riferimento più noto e lampante è probabilmente quello alla tana del bianconiglio, da Alice nel paese delle Meraviglie. Ma in Matrix critici e spettatori (proprio vent’anni fa internet iniziava a essere molto usato) andarono a scovare riferimenti letterari e, soprattutto, cinematografici.

Ma in Matrix sono stati trovati riferimenti alla religione (anzi, alle religioni: cristiana, induista, buddista ed ebraica) e vari ammiccamenti alla filosofia: Cartesio, Immanuel Kant e il filosofo taoista Zhuangzi, tra i tanti. I riferimenti a volte sono molto espliciti e stanno in nomi, frasi o addirittura libri inquadrati; altre volte sono un po’ meno evidenti. La vera forza di Matrix fu però riuscire a esistere su più livelli: per qualcuno era un movimentato film d’azione, in cui Neo combatteva contro l’Agente Smith; per altri un trattato postmoderno filo-socio-teologico.

Matrix anticipò certe cose degli anni in cui stiamo vivendo ora, quanto pillola-rossa-pillola-blu sia diventato un meme; come Neo fosse un eroe diverso, atipico, imperfetto e di pochissime parole; quanto siano ancora famosi quegli strani numeri verdi su sfondo nero; come Matrix parlò a suo modo anche di femminismo e identità sessuale e come Matrix «insegnò a volare ai supereroi». Qualcuno sostiene che non è così impossibile che tutti noi si stia davvero vivendo in una simulazione.

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