Do not feed the Trolls

Siamo quotidianamente ricoperti da notizie irrilevanti (le trollate). Ma non sempre si tratta di una azione meticolosa di distrazione di massa. Spesso e volentieri si genera un cortocircuito comportamentale che non era stato programmato, nè tantomeno previsto. Resta il fatto che le notizie rilevanti, quelle che richiedono una certa analisi e approfondimento vengono sempre più ignorate e sottovalutate. E questo fatto rappresenta un grosso problema sociale.

Il recente caso Banfi non è affatto isolato. Se l’opinione pubblica è sollecitata su qualcosa che non richiede studio, approfondimento e che sia facilmente commentabile attraverso una presa di posizione superficiale, teoricamente plebiscitaria – e che non causi nessun reale effetto collaterale in caso di valutazione sbagliata da parte di un cittadino – è più probabile che quella notizia diventi centrale nel dibattito delle 24 ore successive.

Sembrerebbe addirittura una scelta strategica precisa compiuta da alcuni leader e partiti politici: meglio parlare di cose leggere, polarizzanti nel dibattito e irrilevanti nella sostanza piuttosto che di questioni serie e controverse, che potrebbero obbligare i cittadini a porsi qualche domanda in più sull’azione di governo.

È possibile che in alcuni casi le distrazioni siano effettivamente cercate, ma è altrettanto possibile che a volte ci siano atti di comunicazione compiuti senza immaginarne l’effettivo impatto sul dibattito sui social e la copertura sui mezzi tradizionali.

L’evento, organizzato dal Movimento 5 Stelle, nel quale si è parlato della nomina di Banfi riguardava la presentazione dei meccanismi del ben più importante Reddito di Cittadinanza. Nelle intenzioni dei grillini, doveva servire a catechizzare i media affinché parlassero correttamente di uno dei provvedimenti di punta del governo Conte.

Ma i giornalisti probabilmente avevano già studiato il provvedimento nei giorni precedenti, e non hanno trovato nulla di davvero interessante o di nuovo all’interno dell’evento di ieri. Per questa ragione si è creato uno dei cortocircuiti più classici del rapporto tra politica e giornalismo.

Perché dedichiamo più tempo alle trollate dei politici che alle “notizie vere”

 

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