L’inganno populista per cui Èlite=Casta

La spirale populista e sovranista nella quale siamo da tempo risucchiati, culminata in Italia con la nascita del Governo giallo-verde, ha preso corpo intorno ad un grande sentimento di insoddisfazione sociale le cui responsabilità stanno indubbiamente in chi ha governato per decenni affidando le scelte quasi esclusivamente alle logiche del mercato, sottomettendo così il potere politico a quello economico.

Tuttavia, il perno di questa spirale si poggia su di un falso assunto che nel tempo si è fatto strada attraverso i meccanismi di semplificazione comunicativa che hanno trovato terreno fertile nell’analfabetismo funzionale dilagante e la cui responsabilità risiede anch’essa nella scarsa lungimiranza dei pesanti tagli alle spese per cultura e istruzione operati negli ultimi trent’anni.

Si tratta dell’equazione Èlite=Casta, che da tempo permea buona parte dell’opinione pubblica per effetto degli slogan urlati dai leader delle forze populiste che oggi governano il paese . La democrazia, infatti, è la miglior forma di Governo possibile per un Popolo a patto che la competenza complessiva dei cittadini rimanga al di sopra di un livello di qualità minimo, tale da garantire la solidità dei principi democratici condivisi.

In Italia (e non solo in Italia), da tempo siamo scesi ben al di sotto questo livello minimo di qualità. Ed è per questa ragione che nonostante la manifesta incapacità di questo Governo nel realizzare le promesse elettorali, nel portare a compimento i provvedimenti annunciati, nel mascherare le tante contraddizioni interne, il consenso complessivo per le forze politiche che lo sostengono non diminuisce affatto, anzi si riconfigura su posizioni politiche (quelle della Lega di Salvini) che sono chiaramente in contrasto con la Carta Costituzionale.

Nella Storia dell’Umanità, nessuno Stato (Repubblica, Regno o Impero) è sopravvissuto senza disporre di una Èlite competente, capace e adeguatamente formata. Le Èlite sono fondamentali per il corretto funzionamento dello Stato perché sono costituite da coloro che devono prendere e attuare le decisioni collettive. Quando le Èlite si trasformano in Casta, lo Stato inevitabilmente degrada economicamente e socialmente. Ed è proprio questo che è accaduto in Italia.

Tuttavia, il fatto che buona parte dell’Èlite italiana nella vita della Repubblica si sia trasformata in Casta, non significa che tutta l’Èlite sia diventata Casta. C’era e c’è del buono da salvare.

Il Movimento 5 Stelle ha puntato invece fin da subito a fare totale piazza pulita dell’Èlite, a radere al suolo l’architettura istituzionale, gettando di fatto anche il bambino “della competenza” insieme all’acqua sporca “del privilegio”, tanto per citare il giornalista Sergio Rizzo.

Le competenze tecniche e politiche si raggiungono attraverso lo studio, l’impegno e l’esperienza. Questo fu il modello adottato dai Romani e poi da tutti i più grandi Stati della Storia. Se nella “seconda repubblica” l’apparato politico dello Stato era contaminato soprattutto da raccomandati e corrotti, oggi esso è permeato anche da incompetenti che sono arrivati ad occupare posizioni di elevato rilievo, come Ministri, Viceministri o Sottosegretari, al solo grido del uno vale uno.

Il danno cagionato dal vento del cambiamento populista è dunque incalcolabile, ma per porvi rimedio non è possibile intervenire con modelli politici ormai superati e incomprensibili alla maggior parte dei cittadini.

Occorre lavorare con impegno e umiltà per una rinascita culturale, ripartendo dalle persone e dalle competenze per ricostruire pazientemente una coscienza collettiva che consenta di riproporre una prospettiva credibile di futuro comune e condiviso. La grande ebbrezza del Populismo durerà ancora a lungo, ma è destinata a soccombere sotto la propria stessa incompetenza. La cosa migliore che possiamo fare adesso è lavorare per farci trovare pronti a quel momento.

Dobbiamo iniziare a costruire già oggi l’Èlite di cui avremo bisogno domani.

Mirko Reggiani

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